venerdì 17 maggio 2013

Stanchezza primaverile ? Aguzziamo l'ingegno!



Non dobbiamo trattarla come una malattia, ma possiamo 

alleviare la stanchezza primaverile con rimedi naturali e 

il giusto stile di vita.

Leggi l’articolo fino alla fine perché potrai scaricare una 

guida gratuita su come Velocizzare il metabolismo e 


aumentare le energie in maniera incredibile.
E’ una sensazione fin troppo comune, ma a volte sopravvalutata: la stanchezza primaverile non è un problema ne’ tanto meno una malattia, ma una risposta del nostro corpo. Ecco perchè sarebbe errato combatterla e cercare di curarla.
Si può invece aiutare il nostro organismo a superare al meglio questa fase, più che con vere e proprie cure, con dei rimedi naturali che alleviano la nostra stanchezza primaverile in modo dolce.
Perchè è vero, ci sentiamo spossati, senza forze, inadatti alle lunghe giornate lavorative ed all’attività frenetica, 

eppure dobbiamo tenere presente che la stanchezza altro non è che una condizione di adattamento del corpo alle nuove temperature e alla maggiore quantità di luce.
In primavera infatti il nostro organismo cerca di aumentare il metabolismo per far fronte alla nuova condizione, e perciò viene messo sotto stress, sopratutto il fegato, che ne risente, e che ha bisogno di una cura disintossicante. Il primo rimedio naturale per la stanchezza primaverile è infatti una dieta disintossicante per il fegato,  - ne abbiamo già parlato- inoltre per accelerare la vostra fase detox non c’è niente di meglio che l’aiuto delle tisane: scegliete tra ortica, tarassaco e gramigna e bevetene due al giorno, avendo l’accortezza di prepararle al momento a partire dalle erbe sfuse piuttosto che che comprare le bustine pronte; inoltre è bene non zuccherarle, al massimo optare per uno sciroppo d’acero al posto dello zucchero raffinato.
Per una carica d’energia, al posto dei classici integratori, i rimedi naturali contro la stanchezza primaverile vengono ancora una volta dall’alimentazione: spinaci, fragole, banane, fave, mirtilli e pomodori sono cibi “energizzanti”, che ci permettono di fare un pieno di sali minerali, vitamine, antiossidanti, ferro.
Un ulteriore aiuto contro la spossatezza di primavera ci è dato dai fiori di Bach: Oak, Olive, Hornbeam sono rimedi naturali ed efficaci, ancor più se combinati con oro, argento, diamante.
L’ultimo consiglio: lo saprete già ma è bene ripeterlo fino allo sfinimento, attività fisica, stile di vita sano, abitudini e sonno regolare sono la prima regola per non sentirsi stanchi, e questo non solo in primavera!



Stanchezza primaverile? I rimedi naturali per una sferzata d’energia!

giovedì 16 maggio 2013


Avete mai pensato di dipingere le pareti di casa con colori fatti da voi utilizzando il latte?
Probabilmente no, poiché per praticità e abitudine acquistiamo vernici e pitture presso supermercati e colorifici che dispongono di un’ampia scelta di tipologie e tonalità. Invece l’impiego di una sostanza semplice e comune come illatte può essere molto meno eccentrico di quanto non sembri: di fatto è una modalità di pittura molto antica, addirittura gli Egizi lo utilizzavano.
Comunque, chi ama il fai-da-te e ama evitare vernici che esalano sostanze chimiche o la cui produzione danneggia l’ambiente, puòcimentarsi nell’uso del latte per dipingere e colorare oggetti in legno, terracotta, pareti di casa esterne e interne. Quello che si ottiene è un risultato particolare che alla vista sa un po’ di “invecchiato”.
Occorre conoscere gli ingredienti e come miscelarli, anche se è possibile trovare colori e vernici a base di latte in alcuni negozi specializzati.
Il primo ingrediente indispensabile è il latte da cui si ricava il caglio, detto anche quark. Questo si ottiene mettendo un po’ di latte, almeno 75 ml, a riposare in un luogo caldo e riparato,unitamente al succo di un limone spremuto. Dopo dodici ore il latte produce, per processo naturale, il caglio, cioè quella sostanza più solida che si separa dalla parte liquida.  Ad esso vanno aggiunti la stessa quantità diacqua calda (75 ml) poi, a scelta, vernice acrilica oppure gesso e pigmenti in polvere.
Vediamo un po’ le quantità necessarie  per dipingere circa 30 mq di superficie: 255 gr di caglio, 75 ml di acqua calda, 150 ml di gesso polverizzato, 75 ml di pigmenti colorati. Al  posto di gesso e pigmenti possiamo aggiungere della vernice acrilica. Occorre procedere senza fretta, il gesso e i pigmenti vanno aggiunti poco a poco, mescolati molto bene per evitare i grumi e dopo un riposo di circa due ore si può iniziare il  lavoro di stesura del colore ottenuto.
Meglio indossare una mascherina per non respirare gli odori, che a tanti potrebbero risultare sgradevoli e che comunque scompaiono dopo l’asciugatura. La pittura a base di latte o quark è resistente, non forma muffe, è multiuso (su legno, muri, ecc), e – dulcis in fondo – completamente ecologica.

http://www.tuttogreen.it/pittura-fai-da-te-i-colori-a-base-di-latte/

Diete proteiche per perdere Peso

Le diete iperproteiche sono diventate molto popolari negli ultimi anni, spesso vengono presentate come una panacea per perdere peso, e il motivo principale di tale successo risiederebbe nel fatto che le proteine soddisfano meglio la fame rispetto ai grassi o ai carboidrati.

Uno studio, pubblicato sul Journal of Nutrition, ha dimostrato che una dieta iperproteica combinata con l'attività fisica aumenta la perdita di peso e di grasso e migliora i livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue. I ricercatori suggeriscono che diete ricche di proteine possono aiutare le persone a controllare meglio l'appetito e l'assunzione di calorie.

Finora, in realtà, non si è ancora capito quale sia il meccanismo che permette alle proteine di ridurre l'appetito. Comunque, sembra che tutto dipenda dai livelli più bassi di carboidrati e da alcune sostanze chimiche del cervello: infatti, con una dieta iperproteica si riduce il livello degli ormoni che stimolano l'appetito. Quindi il minor appetito deriverebbe, più che dalle proteine,da una riduzione dei carboidrati ingeriti. Ma di quante proteine abbiamo bisogno?

In tutte le fasi della nostra vita, abbiamo bisogno di proteine per svolgere le nostre normali attività. Le proteine sono le componenti principali di tutte le cellule, compresi muscoli e ossa; sono necessarie per la crescita, lo sviluppo e il sistema immunitario, per combattere le infezioni e proteggere il corpo.

Individui sani e adulti dovrebbero consumare tra il 10% e il 35% delle calorie totali in proteine. Ad esempio, su una dieta di 1800 calorie, il range di proteine consumabili va da 45 grammi (il 10% delle calorie) ai 218 grammi (il 35% delle calorie) di proteine al giorno.

È bene tener presente, comunque, che non ci sono particolari pericoli associati ad una maggiore assunzione di proteine, a meno che non si soffra di patologie renali o altre che ne vietano la sovra-alimentazione.

In teoria, perdere peso è molto semplice: basta mangiare meno e fare più esercizio fisico, ma riuscirci ovviamente è molto più complicato. Trovare una dieta che piace, con la giusta combinazione di nutrienti, e che funziona e magari anche adeguata al proprio stile di vita è un processo prima di tutto personale e secondo poi molto difficile.
Diversi studi recenti, infatti, dimostrerebbero come a parità di calorie assimilate, le diete iperproteiche farebbero "soffrire" meno la fame delle tradizionali diete equilibrate. E' proprio vero?
Non tutte le fonti di proteine sono uguali. Assicurati di cercare fonti di proteine ricche di nutrienti e povere di grassi e calorie, come carni magre, fagioli, soia e latticini con un basso contenuto di grassi. Di seguito una piccola tabella che indica le porzioni e i rispettivi grammi di proteine di alcuni alimenti conteneti proteine “nobili”:



AlimentoProteine
30 g di carne, pesce, pollame7 g di proteine
1 uovo grande6 g di proteine
12 cl di latte4 g di proteine
115 g di yogurt magro6 g di proteine
12 cl di latte di soia5 g di proteine
85 g di tofu raffermo13 g di proteine
30 g di formaggio7 g di proteine
65 g di formaggio cottage magro14 g di proteine
65 g fagioli cotti7 g di proteine
65 g di lenticchie9 g di proteine
30 g di noci7 g di proteine
2 cucchiai di burro di arachidi8 g di proteine
65 g di verdure2 g di proteine
1 fetta di pane2 g di proteine
65 g di riso o pasta2 g di proteine




Diete proteiche per perdere Peso

Mal di denti e aglio: rimedio casalingo che funziona

Non voglio crederci: l'aglio che mi lenisce il dolore, anzi, che attenua l'infezione migliorando temporaneamente le condizioni dell'infezione? Che mi frega, non ho niente da perdere, se non sperimentare un saporaccio in bocca. Tutto pur di calmare il dolore.

Ecco allora che procedo con la sperimentazione dell'aglio, sperando che faccia ciò che gli altri metodi casalinghi non hanno fatto.
Dato che dentro di me alberga lo spirito del metodo scientifico, voglio verificare che non sia solo questione di effetto placebo o dei farmaci che ho assunto prima, ma che sia effettivamente l'aglio a calmare il dolore al dente.

Smetto quindi di prendere l' Ibuprom per un paio d'ore, sopportando un dolore crescente che solo chi l'ha provato può capire cosa voglia dire starsene fermi ad aspettare che un miracolo risolva la situazione.

Prendo allora uno spicchio d'aglio, lo schiaccio con una forchetta e me lo infilo in bocca, posizionandolo delicatamente tra il dente e la parete interna della guancia. Inizio ad aspettare, già sconfortato dal fatto che avrebbe potuto rivelarsi un altro buco nell'acqua.

Ma...sorpresa! L'aglio inizia a fare il suo effetto. Non so scherzando, funziona! E non è l'effetto placebo, sento davvero che il dolore si sta alleviando!
Sapore incredibilmente fastidioso ed alito pestilenziale a parte, l'aglio mi appare come una benedizione dal cielo. Mi metto a ridere, con la mia compagna che mi chiama dall'altra stanza e mi chiede "Why are you laughing?".
Risposta? Rido dalla gioia e per il sollievo.

E' giunto quindi il momento di documentarmi: scopro che l'aglio è stato giudicato dal National Institute of Health come un ottimo antisettico. Ma non solo: l'aglio è noto da millenni come rimedio formidabile contro una vasta serie di infezioni, che si tratti di denti o di ferite. Nella Prima Guerra Mondiale per esempio l'aglio veniva utilizzato come antisettico per le ferite e per fermare le cancrene.

Mal di denti e aglio: rimedio casalingo che funziona - Dita di Fulmine

Pasta con le sarde e il finocchietto selvatico


Una tradizione da sempre celebrata a Palermo è la degustazione della pasta con le sarde e il finocchietto selvatico per la ricorrenza di San Giuseppe. Le sarde fresche vengono pescate da Marzo a settembre, cosicché il 19 Marzo risulta facile rispolverare ricetta per allettare il palato di ogni commensale. Viene preparata la “consa”, onorato il Santo, maneggiata la pasta e servita la festa all’odor di finocchietto di montagna.
È un piatto tipico della tradizione siciliana e non solo del capoluogo isolano, tanto da entrare di diritto nella lista dei prodotti agroalimentari tradizionali italiani (P.A.T.) del Ministero delle Politiche Agricole, Alimentari e Forestali. La pasta con le sarde, stagionale come si diceva in apertura per i mesi limitati in cui è possibile pescare questo pesce, necessita di pochi ingredienti eppure il gusto che concede al risultato finale sembra una sinfonia ben orchestrata di mille aromi e più profumi.
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Il finocchietto selvatico viene raccolto in campagna al primo sbocciar della primavera e fino all’autunno. L’accostamento con le sarde sembrerebbe diretto, dato il periodo che ne accomuna la presenza sulle nostre tavole ed al mercato, in verità la tradizione narra di come il finocchietto in origine sia stato aggiunto al piatto per attutire il cattivo odore di un pesce non propriamente fresco.

Oggi il finocchietto selvatico resta tra gli ingredienti, necessario per il profumo, per il gusto di campagna che regala ad una pasta mari e monti, come si potrebbe definire per raccontarla in un menu, che è caratterizzata anche dal sapore fruttato di passoline (uva passa) e pinoli, e guarnita da un velo di pangrattato tostato. Ingredienti di una cucina povera, che rammenta l’influsso arabo di una dominazione passata, che – come molti piatti tipici – diviene con il passare dei decenni la cucina vera, tradizionale, da tramandare.


Diverse sono le varianti per questo piatto: sarà rossa la “conza” se si decide di aggiungere il concentrato di pomodoro, o bianca nel caso in cui la si preferisca con un pizzico di zafferano. C’e chi al posto della cipolla utilizza lo scalogno, chi sfuma il soffritto con il vino, chi ne termina la cottura al forno; comunque la si servi però la pasta con le sarde ed il finocchietto selvatico ha il magico potere di lasciarsi amare.

Ingredienti per 4 persone (circa 350g di pasta):
1 Kg di Sarde (circa 570 g da pulite)
500 g di Finocchietto selvatico di montagna
1 Cipolla
50 g di Concentrato di pomodoro
3 filetti di Acciughe
2 cucchiai di Passoline e pinoli
Sale, Pepe, Olio evo
Formato di pasta consigliato:
bucatini o spaghettoni
Per guarnire:
4 cucchiai di Pangrattato
Esecuzione del piatto:
La prima cosa da fare sarà pulire, eviscerare e diliscare le sarde, operazione che vi permetterà di ottenere solo la polpa di pesce.
Pulite e mondate i finocchietti, tagliando ed eliminando le parti più dure; lessateli in abbondante acqua salata. Serviranno circa trenta minuti per la cottura, da cotti scolate bene i finocchietti, tagliuzzateli a tocchetti e metteteli da parte. Conservate anche l'acqua di cottura che servirà sia per il condimento che per buttare la pasta.
Pulite e affettate finemente la cipolla, trasferitela in un tegame con un generoso filo d’olio e lasciatela rosolare. Aggiungete prima i filetti di acciuga, fateli “sciogliere”, poi le sarde e soffriggetele per un paio di minuti, aggiungete il concentrato di pomodoro e un mestolo di acqua della cottura dei finocchietti che avrete tenuto da parte. Aggiungete ancora passoline e pinoli, i finocchietti tritati e aggiustate di sale e pepe. Mescolate il condimento in modo da amalgamare bene le varie componenti quindi cuocete per circa 15 minuti, se servisse potete aggiungere ancora un mestolo di acqua di cottura dei finocchietti.
Aggiungete altra acqua a quella residua di cottura dei finocchietti, portate a bollore e utilizzatela per cuocere la pasta. Intanto tostate il pangrattato in padella, con un filo d’olio. Appena la pasta sarà al dente, maneggiatela con il condimento e servitela cosparsa di pangrattato tostato.


http://www.sceltedigusto.it/public/index.php/di-piatto-in-piatto/ricette/842-la-pasta-con-le-sarde-e-il-finocchietto-selvatico